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Capire il patto di non concorrenza: Quando non è vincolante?

    Se stai considerando nuove opportunità professionali, ma sei legato da un patto di non concorrenza firmato con l’attuale datore di lavoro, è fondamentale comprendere quando questo potrebbe non essere vincolante. Analizziamo le situazioni in base all’articolo 2125 del codice civile in cui il patto potrebbe non reggere davanti a un giudice.

    1. Ambito territoriale eccessivo: La validità del patto potrebbe essere compromessa se questo ti impedisce di lavorare in un’area geografica irragionevolmente ampia. Immagina di essere un manager nel settore della moda a Milano e di avere un patto che ti vieti di lavorare in qualsiasi città d’Europa. Un giudice potrebbe ritenere che tale restrizione sia eccessiva, visto che limitarti solo alla regione Lombardia potrebbe essere sufficiente per tutelare gli interessi dell’azienda.
    2. Durata temporale eccessiva: Anche un periodo di non concorrenza troppo lungo può renderlo invalido. Se si pretenda che tu non lavori per concorrenti per cinque anni dopo aver lasciato l’impresa, questo potrebbe essere interpretato come un vincolo che danneggia il tuo futuro professionale oltre il ragionevole, e quindi potrebbe essere ridotto o eliminato.
    3. Danni all’interesse pubblico: Un patto che limita in modo significativo la competizione può essere considerato dannoso per la collettività. Per esempio, se tu sei l’unico esperto in un settore di nicchia e il patto ti impedisce di offrire servizi essenziali sul mercato, ciò potrebbe ledere l’interesse pubblico e la libera concorrenza.
    4. Compensazione inadeguata: Il patto deve prevedere un indennizzo economico proporzionato alla limitazione professionale. Se il tuo patto non contempla una compensazione equa, diciamo che sei un manager che lascia un’impresa di tecnologia e ti viene offerto un compenso irrisorio per non unirti a competitor, il patto potrebbe non essere sostenibile.
    5. Indeterminatezza delle attività concorrenziali: Il patto deve specificare quali attività sono vietate. Se queste non sono indicate chiaramente, potresti essere libero di lavorare in campi che non inquinano il mercato dell’azienda. Supponiamo che tu sia un analista di marketing specializzato in bio-farmaceutica; se il patto vieta genericamente “attività di marketing”, potresti argomentare la tua capacità di lavorare in altri settori come quello del marketing digitale per prodotti non correlati alla bio-farmaceutica.
    6. Cambiamenti nella struttura aziendale: Se la tua azienda cambia significativamente direzione o struttura, questo potrebbe influenzare la validità del patto. Ad esempio, se l’azienda per cui lavori come specialista in energia rinnovabile viene acquisita e si orienta verso il settore petrolifero, il patto che ti proibisce di lavorare nel settore dell’energia rinnovabile potrebbe non essere più pertinente.

    In conclusione, la valutazione della validità di un patto di non concorrenza richiede un’analisi delle circostanze specifiche: è ovviamente utile consultare un avvocato esperto in diritto del lavoro per navigare correttamente queste acque legali. Ancora più importante è creare una strategia per fare un passo avanti di carriera evitando del tutto un contenzioso: questo è uno degli obiettivi che si può raggiungere con un buon percorso di coaching.